Stralcio di un articolo scritto dal Prof. Alberto
Notarnicola, Maestro di judo, psicologo e docente universitario a Firenze, che
recensisce un Congresso del Panathlon Internazionale
Conclave mondiale per mandare un messaggio mondiale, forte e
chiaro, all’intero ecumene:
giù le mani dai fanciulli nello sport agonistico da parte
degli affaristi, allenatori, dirigenti, politici e (perché no?) genitori!...non si ritarda con farmaci il ‘ciclo’ di una giovinetta per farla vincere una medaglia olimpica,
né si ricorre agli ormoni perché il ragazzino vinca ancora.
Ora basta.
La Guerra Fredda di buona memoria, oltre ai missili sui confini, volle, su bersaglio sostitutivo, la guerra delle medaglie olimpiche;
vergogna storica per quegli Stati che fabbricarono talenti in laboratorio in età da ‘bamboline’ e ‘saltamuretti’ per immolarli poi, appena dodicenni sull’ara del metro e del cronometro.
Alcune bandiere furono nere, ma dalla rabbia; verdi, ma dalla bile; bianca dalla paura e rosse dalla vergogna.
Stadi, teatri di gioia, trasformati nei lager della prestazione annunciata con biochimica di contorno e denunce postume di qualche ‘pentito’ che lasciava lo sport a 15 anni, proprio quando avrebbe dovuto iniziare.
Ecco perché ad Avignone, volendo contemporaneamente sconfiggere due errate correnti di pensiero nei confronti del bambino sportivo: quella del ‘termometro’ (niente sport) e quella del ‘cronometro’ (supersport) si è passati alla redazione di un documento che così recita:
2. di fare sport
3. di un ambiente sano
4. di essere trattato con dignità
5. di praticare in sicurezza diretto da persone competenti
6. di allenamenti adeguati ai propri ritmi
7. di misurarsi con gli altri che abbiano le stesse possibilità di successo
8. di partecipare a competizioni adeguate all’età
9. di avere giusti tempi di riposo
10. di non essere un campione
AVIGNONE 1995
La
raccomandazione scaturita dal Panathlon Int. è di concedere punteggio federale
(ragione prima dell’interesse di associazioni e allenatori alla vittoria) alle
gare che si svolgono under 16 anni. Il Judo del CONI l’ha ignorata.