martedì 14 febbraio 2012

Il Judo e la vita sociale - 'Judo' novembre 1937 (Judo Kyohon 5.43.2)


"...i lettori avranno compreso quanto sia vasto il campo d'azione e di intervento per applicare il principio del 'Miglior impiego dell'energia' alla vita individuale e sociale.

Ma qui sorge un problema: come si può applicare il nostro principio tra più persone e nella collettività, quando esso è concepito su base individuale e ognuno di noi lo interpreta secondo il proprio piacere e parere?

Il problema risiede nel fatto che se ognuno lo intendesse e lo applicasse a modo suo sorgerebbero discordie e scontri, generando in tal modo una reciproca perdita. Perché questo danno si converta in un mutuo profitto occorre che ciascuno cerchi di controllare se stesso e ceda un passo al volere altrui, perché soltanto in questo modo è possibile aiutarsi l'uno con l'altro e soltanto così diventa possibile ciò che per un animo mediocre appare irrealizzabile.

Sto parlando delle situazioni in cui il profitto appare superiore affrontando l'affare individuale e non a caso il judo predica 'Tutti insieme per crescere e progredire'. Se ognuno di noi si attenesse a questo principio, la società, rappresentata in uno stato da milioni di individui, si conformerebbe al principio come se fosse un solo individuo.

Quanto ho riportato fin qui deriva dalla ferma convinzione che la realizzazione del 'Miglior impiego dell'energia' insieme a 'Tutti insieme per crescere e progredire' porta alla continuità e al progresso della vita sociale, oltre a soddisfare l'aspettativa spirituale di ciascuno'.





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